Si chiamerà “Abitare il blu” – colore simbolo dell’autismo, tinta che evoca sicurezza e serenità – e sarà attivato in un’abitazione privata di proprietà della famiglia Scaruffi situata nel comune di Azzano San Paolo, in provincia di Bergamo. È un innovativo progetto di cohousing destinato a ragazzi affetti da autismo per allenarli a diventare il più possibile autonomi.
L’idea nasce dagli stessi coniugi Scaruffi, i genitori di Gianni, un ragazzo autistico 21enne che da tre anni frequenta il centro diurno della Fondazione Giovanni XXIII, dove i giovani affetti da questo disturbo usufruiscono di interventi educativi personalizzati per ridurre i comportamenti problematici, socializzare e trasformare la quotidianità in opportunità terapeutica.
“Abbiamo maturato la convinzione che è bene approcciarsi per tempo a un percorso di distacco dalla famiglia, anche solo parziale”, ci confida Tina, la madre di Gianni. “Mentre per i giovani normodotati questo distacco avviene in modo naturale e da loro stessi determinato, per i nostri ragazzi – con autonomie limitate e fragilità elevate – questo percorso va programmato, costruito e monitorato con modalità e tempi molto più lunghi”.
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